Il power point è un supporto visivo ormai diventato consuetudine da parte di relatori e di docenti, consapevoli che la proiezione del testo scritto aiuta gli ascoltatori a seguire e a memorizzare meglio i contenuti trasmessi. Il suo utilizzo, però, nel migliore dei casi è molto al di sotto delle sue potenzialità, e nel peggiore, sbagliato e controproducente. Del resto, spesso viene interpretato più come una scaletta per il relatore che come supporto didattico. Il sottoutilizzo riguarda soprattutto la varietà dei layout, degli sfondi e dei colori; la varietà dei font e la mobilità delle scritte; l’uso di audio; l’uso dei link. L’uso sbagliato riguarda il rapporto tra la comunicazione del docente (verbale e non verbale) e la proiezione delle immagini; l’utilizzo di un unico layout non corrispondente alla modalità prevalente con cui il nostro cervello riflette, memorizza e apprende; l’impiego di sfondi e di colori in contrasto sia con la visibilità che con i contenuti trasmessi; la scrittura di frasi ridondanti o frammentate. “Occorre fare due cose:”, suggerisce John Medina nel suo Il cervello – Istruzioni per l’uso, “1. bruciare le proprie presentazioni; 2. crearne di nuove”. Un uso sbagliato del software non implica solo l’azzeramento dei suoi potenziali effetti positivi, ma anche conseguenze negative sugli ascoltatori (distrazione, sfasamento visivo, stanchezza) con la relativa svalorizzazione dei contenuti trasmessi. Il corso vuole essere un incontro formativo che offre ai partecipanti un mix di competenze teorico-pratiche sull’uso dell’immagine e di semplici competenze informatiche per l’utilizzo del software in tutta la sua versatilità.