Molti studi e ricerche mettono in evidenza la tendenza generale delle donne a sottostimarsi, a differenza degli uomini che invece hanno la tendenza a sovrastimarsi. Eppure, le donne non hanno motivi concreti per sottostimarsi, come dimostrano i dati sui risultati scolastici, sulla presenza negli aggiornamenti formativi, sui consumi culturali e sul loro ruolo in famiglia. Non solo. In un mondo che in campo umano, sociale e professionale sta recuperando molti modi di fare e di essere al femminile (l’attenzione alle relazioni, ai sentimenti, ai climi umani, all’empatia), le donne possono riscoprire che proprio in certi loro modi di comunicare ci sono delle preziose risorse da esprimere e da spendere. La propria identità di genere va quindi valorizzata e non, come spesso succede nei percorsi professionali e sociali, mortificata e stravolta in favore di modi di relazionarsi al maschile.
Il primo obiettivo dell’intervento formativo è quello di mettere a fuoco le particolarità della comunicazione “al femminile” e il potenziale talento che rappresentano. Parliamo quindi dell’espressività verbale e non verbale, delle sensibilità emotive, dell’attenzione alle relazioni, del modo di raccontare eventi. Si tratta di doti che si possono avere in modo “naturale”, ma che per poter essere efficaci hanno comunque sempre bisogno di essere gestite consapevolmente. In questo sta il secondo obiettivo dell’azione formativa